“La cosa più stupefacente al mondo. Avventure di un malato esperto” di Ludovico Guarnieri ed.TEA

“Non sono un medico, sono un malato esperto. La mia conoscenza della medicina scientifica si ferma a quello che ho provato su di me e a quello che leggo su giornali non scientifici… Fra tutti i medici a cui mi sono rivolto, solamente tre si sono sentiti sicuri nel dirmi che sarei guarito: uno è indiano, uno è cinese e uno è tibetano.

Ammalatosi di tumore nel 1995, Ludovico Guarnieri comincia un viaggio nei meandri della medicina tradizionale e alternativa. Un viaggio che lo porta in giro per il mondo, a conoscere medici di Paesi lontani, a scoprire metodi di guarigione nuovi e a confrontarsi con approcci terapeutici diversi. E grazie alla sua voglia di vivere, Guarnieri sperimenta tutto: due metodologie ipertecnologiche di un ospedale di New York alla medicina ayurvedica di un centro dell’India del Sud, dalla chemioterapia alle erbe di un medico cinese, dalla radioterapia alla meditazione. Una ricerca incessante che, con il suo carico di speranze e delusioni, diventa essa stessa la <<medicina>> che lo porterà alla guarigione.

Per la profondità del suo messaggio, questo libro, oltre a essere un invito sincero a non arrendersi e a diventare i <<piloti>> della propria vita, è anche un incitamento a guardare con occhio critico la medicina ufficiale che spesso è <<molta scienza e poco ascolto>>, e a non cedere alle false promesse di ciarlatani e di millantatori di cure miracolose, ma vane.

L’ennesimo libro sul cancro, l’ennesima testimonianza.

Mi è piaciuto, anche se il suo approccio alla malattia è completamente diverso dal mio. Lui si è affidato quasi completamente alla cosiddetta “medicina alternativa” e spesso ha disprezzato medici, oncologi e professoroni. Per l’amor del cielo, lo capisco, credo sia brutto esser trattati da stupidi oltre che da malati. Io ho avuto la fortuna di inocntrare medici, infermieri, oncologi, chiururghi fantastici. Ho chiesto e ho saputo sempre tutto. So tutto. So quello che mi è stato fatto, so quello che ho. Conosco la mia malattia. So tutto di farmaci, terapie, cure.

E’ vero: la mia fortuna è la dottoressa ElleElle. E’ lei che da Amica-sorella-oncologa mi ha aiutato in tutto e per tutto e le sarò grata per sempre. Però anche tutti gli altri medici che ho incontrato sono stati… umani. E non è poco. Soprattutto non è così scontato.

E’ anche vero che io sono una paziente sui generis: faccio mille domande, voglio sapere tutto e chiedo, chiedo e chiedo. Però poi sdrammatizzo, rido con loro e li bacio e li abbraccio (quasi) sempre. Tanti malati non vogliono sapere molto… non chiedono, non domandano, non si informano e sono tristolini e seri. Delegano i parenti e sopportano in silenzio tutto quello che vien detto loro di fare. Io no, io non potrei. Non sono un’oncologa, non ho studiato medicina, ma se mi spieghi le cose per benino allora le posso capire anch’io e magari dire la mia. Non sono un medico, ma anch’io, come l’autore di questo libro, sono una malata esperta.

Il post originale qui.

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