Io sono pacifista. Non credo a nessun forma di violenza. Ripudio la guerra, in ogni sua forma. Ripudio il messaggio che nel mio corpo sia in corso una battaglia con il cancro. Il cancro è nato da me, fa parte di me. E’ una di quelle parti di me di cui farei volentieri a meno. Ce ne sono diverse altre, in verità, anche se magari non proprio così aggressive. Nessuno è mai morto perché ha il sedere fuori misura, per intenderci. Ma per tornare al cancro, alle mie cellule impazzite. Ora noi ci lavoriamo: medici, la mia squadra, i tifosi, i componenti chimici e quelli psicologici, la scienza e i globuli bianchi. Lo spuntiamo, lo fermiamo, lo ricacciamo indietro…
Ma non voglio combattere.
Se accetto la metafora del combattimento, accetto la possibilità di poter perdere.
E io non posso permettermi di perdere.
L’unica cosa che posso permettermi è di vivere, con ostinazione, volontà e anche una certa tigna.
Per cui, niente battaglie per me.
Questa è una strada, e intendo percorrerla tutta e il più a lungo possibile.
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