In un giorno di primavera

In un giorno di primavera, tra vento, sole, e tanti petali di fiore di ciliegio nell’aria, all’improvviso, quando meno te lo aspetti, la parola “guarigione” può anche apparire meno strana del solito. Non importa se ogni volta che senti parlare di cancro ti suona ancora un gong in tutto il corpo. Non ti fa poi così male andare in risonanza, anzi, forse ti aiuta a restare legata alla vita e alla realtà. E succede spesso. Lo senti nominare in televisione, a proposito dell’ultima campagna benefica: gong. Ne parli tu stessa, con sorprendente noncuranza, fissando una data sul calendario: gong gong. Lo leggi nei blog amici: gong gong gong.
Risuona, ma non fa paura come prima, anche se non sei ancora al sicuro: è solo un suono che conosci, che ti appartiene, una delle tue mille corde di arpa. E guarire vuol dire imparare a suonarle tutte, quelle corde strabilianti. Un lavoro difficile, ma non impossibile, soprattutto quando la primavera ti spettina i capelli e ti rende felice come una bambina.

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