Conversazioni sul sesso

Ovvero, l’altra settimana con un ex malato, uomo.
Lui: “Eh, sai, quando ripenso a quel periodo tremendo, mi fa pena la mia ragazza di allora, P.”
Io ascolto con sguardo empatico. Lui prosegue: “Sai ci eravamo appena messi insieme quando io scoprii il cancro e poi di doverlo curare”. Io annuisco, cercando di immaginare, solidale.
Lui continua “Perché sai, io con le cure, mica stavo bene come te. Nooo. Io ero a pezzi. Tornavo a casa dalla chemio e mi buttavo a dormire fino alle 8. Mica come te. Ma come fai tu?!”.
Faccio spallucce, e abbasso gli occhi. Non voglio mica tirarmela perché in effetti sono poche le volte che sono abbattutissima, ci mancherebbe che uno ne fa un vanto.
Continuo ad ascoltare, lui insiste: “Eh si, mi fa proprio pena, la povera P., a ripensarci. Si è ritrovata, così, all’improvviso, con un uomo a metà” mi rivolge uno sguardo che ammicca.
Capisco benissimo cosa intende, ci mancherebbe. Insiste: “Perché sai, con la chemio proprio non funzionavo più” aggiunge sorridendo malizioso.
“Eh già”, faccio e penso alla mia menopausa, al sesso che sembra appartenere a una vita che nemmeno mi ricordo, alle difficoltà psicologiche che ci sembrano insormontabili, a quelle tecniche.
Annuisco di nuovo nella sua lunga pausa drammatica, sussurro un “Capisco” pieno di cose.
Ma cerca ancora il mio sguardo, ha ancora qualcosa da dire. E alla fine lo dice. Non posso crederci, ma lo dice: “No, tu non puoi capire. Perché per un uomo è diverso” altra pausa. A me stanno cadendo le braccia all’altezza delle spalle. Vorrei che si fermasse, che non proseguisse.
Prosegue: “Perché per un uomo è DIVERSO. Se un uomo non sta bene, sai, non gli si … – pausa imbarazzata, prosegue in un sussurro – non gli si alza, capisci! Mica è la stessa cosa di una donna”.
……..
……..
……..
Nei miei sogni sanguinari, a questo punto io lo prendo a pungi e a calci per accertarmi che non gli si “alzi” proprio, ma proprio, mai più.
Nella realtà, sorrido incredula e ringrazio tutti i santi che Obi non sia da qualche parte accanto a me, sennò lo farebbe lui.
Bevo un sorso d’acqua dalla bottiglia antinausea e in qualche modo riesco a salutare. Devo proprio andare, “Si è fatto tardi, sai”.
Ciondolo fuori e penso che veramente non c’è mai fine.

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