Tabù nr.1

Recentemente parlavamo di cosa è un tabu che riusciamo ad esplorare unicamente, o grazie, alla scrittura qui sul blog.
Parlando di quelli che io ritengo siano tabù, legati in qualche modo alla malattia, mi sono però accorta che restano tabù anche
qua. E allora sono giorni che medito su una sterzata di coraggio e mi accingo a parlarne. Speriamo di non fare troppi danni.

Tabù nr.1: Il sesso.

Non so per voi, ma per me, dopo tre anni di terapie continuative, alla seconda menopausa indotta, dopo aver perso i capelli due volte e averli visti ricrescere, aver perso peso e averlo ripreso all’eccesso almeno tre volte, districandomi tra vampate notturne e diurne, tra aspirazioni mancate e la realtà della mia bella faccia, tra calo della libido, fatigue, insicurezze e rinunce, tac ricorrenti, ansie da tac ricorrenti, sollievi da tac superate brillantemente, depressioni da tac superate mediocramente, ebbene, diciamo che non ce l’ho una vita sessuale.
Non quella che si merita una donna di 37 anni. Sicuramente non quella a cui avremmo diritto Obi e io.
E no. Sinceramente non penso di dover andare da un terapista sessuale. Francamente, sfido chiunque a tirare su le giarrettiere mentali e mettersi a tubare vogliosa davanti all’uomo che ami, il quale, come ti guarda, una volta su 3 è terrorizzato perché potresti morirgli una volta per tutte tra appena tre mesi. Senza parlare delle normali interruzioni, fatiche e rinunce al sesso dovute al semplice fatto di avere due figlie piccole che chiedono, si ammalano, si presentano di notte per un bicchiere d’acqua, come è normale che sia, e una relazione che dopo alcuni anni, in maniera naturale, non è esattamente bollente.
E non parlo delle difficoltà tecniche. Quelle difficoltà che presenta un corpo di donna in menopausa. Tecniche ripeto. Anche meccaniche se volete. Guardate che è un casino, eh?
Si accettano consigli?
Non lo so se ho bisogno di consigli.
Avrei bisogno, piuttosto, di essere assolta dalla necessità sociale del sesso. Avrei bisogno di non sentirmi in colpa perché non ne ho più nemmeno voglia. Vorrei credere che sono giovane anche così.
Ma la verità è che, se anche sono giovane, non sono sana per niente e il sesso lo dichiara a gran voce. E questa è una cosa di cui mi vergogno tantissimo. Questo è il mio tabù. Questo è quello che mi succede.
Per fortuna, però, ho ancora tanti libri da leggere. E magari tra un po’, inventeranno una chemio che offre effetti collaterali sessualmente stimolanti!

Il post originale qui

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2 risposte a Tabù nr.1

  1. Rossella ha detto:

    Voglio ringraziarti di aver parlato della sessualità e del desiderio che lentamente si spegne dopo reiterati trattamenti di chemioterapia!!Ti ringrazio per la seconda volta perchè hai aperto per me una porta importante,perche l’assenza di desiderio sex in me pensavo fosse un tabù non condivisibile con nessuno.Io sono stata liberata dal dovere coniugale da mio marito,che,quando ho scoperto di avere una recidiva subclaveare e mi è stato detto che avrei dovuto rifare un trattamento chemioterapico con taxotere,è andato via con una donna cosiddetta “sana”.Non ha compreso neanche che favore mi ha fatto,come si è cagato sotto quando doveva comprendere molte altre cose di una donna che si ammala!!!oggi posso dire che è andata meglio cosi,ora che ho elaborato il dolore!!!Grazie Rossella

    • widepeak ha detto:

      cara rossella, dover affrontare questo viaggio con la malattia senza un compagno vicino deve essere tostissima, per cui, credimi, ti mando il mio più grande abbraccio di ammirazione e di sostegno, anche se solo virtuale. per quanto riguarda il sesso e quanto ho scritto qui, se segui il link al post originale, potrai vedere quante persone hanno commentato lì condividendo le mie stesse frustrazioni e questo all’epoca mi ha sollevato moltissimo, per cui anche qui, vedi come è importante scoprire che non siamo i soli. grazie del tuo commento, grazie a te!

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