Molto spesso mi è stato chiesto perchè non mi sia lasciata tutto alle spalle, o meglio, perchè non abbia dimenticato la mia esperienza col cancro.
Mi veniva chiesto spesso quando, finita la chemio, la mia famiglia cercava di sminuire quanto era accaduto e io cercavo associazioni di ex malati di linfoma.
Me lo chiedono ora che, a distanza di 5 anni, apro un blog per parlarne.
Spesso, la domanda non mi viene posta direttamente, ma la posso leggere negli occhi delle persone.
Ci tengo a precisare che io non sono ancorata a questo episodio. La mia vita è andata avanti. Anzi, oserei dire che è andata avanti benissimo.
La verità è che non posso dimenticare. Sarei ingrata alla vita se dimenticassi. Decidere di non parlarne e fare finta di nulla è una scelta come un’altra, dimenticare è un altro paio di maniche. Non credo che si potrebbe dimenticare, pur volendolo. Si può accantonare il pensiero, si può evitare di parlarne, si può far finta di niente. Ma non si dimentica. Ripeto, quello che si può fare è decidere (se di decisione si tratta) di parlarne o meno. Io ho scelto di parlarne. Molti altri ex malati sicuramente troverebbero irritante questo blog e quelli come il mio. E’una scelta, tutto qui.
Io non posso dimenticare. Non posso perchè la persona che sono è frutto anche di quell’esperienza. Ed è una persone che mi piace, tutto sommato. Non posso perchè comunque è qualcosa che uscirà sempre fuori, nel tempo. Qualsiasi visita medica io faccia – fosse anche oculistica – deve avere una premessa del tipo “nel 2005 ho avuto un linfoma.”, e se non lo dico subito ed esce più tardi nel corso della visita vengo anche sgridata perchè ometto dettagli importanti. Nel momento in cui deciderò di avere un bambino comunque dovrò sottopormi a controlli extra. Ma non vedo che male ci sia in tutto questo. E’stato un pezzo della mia vita e io lo vivo come una cosa assolutamente normale. Non c’è necessariamente dolore nel ricordo, non sempre almeno.
Perchè si parte dal presupposto che le cose brutte debbano necessariamente essere dimenticate? Non fanno parte forse della nostra vita, comunque?
Parliamoci chiaro, anche io ho cose di cui non parlo volentieri, mi sono morti compagni di strada sotto gli occhi, prima della diagnosi ho trascorso mesi d’inferno, ho visto scene che mi sono rimaste impresse nella mente. Ci sono episodi rispetto ai quali ho ancora difficoltà di relazione. Non è facile trovare qualcosa di positivo proprio in tutto. A volte è difficilissimo pensare a scene che si son viste e non pensare “ma che razza di insegnamento buono e positivo dovrei trarre da questo?!”. Ma ho scelto comunque di non dimenticare, e piano piano parlerò anche di questo. Lo devo anche a tutte quelle persone che non hanno più voce per parlare. Lo devo a me stessa. Per strano e folle che possa apparire, io al cancro devo qualcosa. Mi ha reso una persona migliore perchè ho concesso a me stessa di sfruttarlo come occasione di introspezione e crescita.
Non è stata l’esperienza migliore della mia vita, ma è stata una MIA esperienza.
E’ per questo che non dimentico.
Un’altra cosa. Molte persone pensano che blog di questo tipo siano irrispettosi nei confronti di chi non ce l’ha fatta.
Lo trovo molto ingiusto e superficiale. E’un pensiero che mi dà grande dispiacere perchè non tiene conto di alcune cose:
1) Quando si entra in un day hospital per fare chemio, ci si accorge che non si è i soli, si è in moltisismi, e con queste persone si condividono alcune tra le esperienze più forti della propria vita e i legami che si creano si fondano su questo. Io ho perso amici a causa del cancro. Ho perso mia madre che aveva solo 52 anni a causa del cancro. Se, nonostante questo ne parlo, non è perchè penso “evvai, io l’ho sfangata e loro no!”. E’perchè so che posso farlo, tanto più che col tempo si impara a capire che non dobbiamo sentirci in colpa perchè siamo vivi.
2)Non parlarne genera pericolose lacune. Non dimenticherò mai una ragazza. Eravamo ricoverate insieme, nel 2005. Lei aveva 34 anni e due figli piccoli. Sapeva perfettamente di avere un tumore al seno già da tempo, si vedeva il bozzo, ma non voleva andare dal dottore perchè non le andava di affrontare la cosa e si trovava un sacco di scuse. In seguito ho capito perchè si comportava così. Non dipendeva da lei. Il giorno in cui subì l’intervento, la prima cosa che suo marito le disse fu “mi raccomando, non dirlo a nessuno che hai questa cosa qui, altrimenti la gente pensa male. “. Lui l’aveva sempre esortata a non andare dal medico, e in seguito la obbligò ad affrontare da sola il suo percorso, senza il sostegno di altre persone. Oggi non c’è più.
Tutto sommato, parlare di cancro fa molto meno danno che mettere la testa sotto la sabbia.
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E' un progetto nato per condividere storie e vite di persone che hanno dovuto, o devono, affrontare il cancro e hanno deciso di raccontare la propria esperienza in un blog, scoprendo che parlarne, scriverne è di grandissimo aiuto.
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Il silenzio è la cosa peggiore della malattia. Genera ignoranza, ma soprattutto genera solitudine. E non aiuta certo a guarire. Perchè guarire si può, è questo che spesso la gente non sa, e chi ce la fa ha tutto il diritto di gioirne, non lo vedo certo una mancanza di rispetto per chi non ce l’ha fatta.
Ieri sera, prima di dormire, ho letto qualche pagina della rivista “Gioia” e cosa ho trovato nelle pagine dedicate alla salute?Un articolo in cui si parlava di questo blog!:-)
Mi sono subito detta: “visto che brave le mie amiche virtuali?Hanno creato un progetto bellissimo che non è di certo passato inosservato!”
Complimenti,
Baci,
Giulia.
sono assolutamente d’accordo con te e con quanto dice mamigà. da parte di una come me, che non può superare la malattia, dico che è ancora più importante parlarne per raccontare che ci si può vivere insieme, e vivere anche bene. basta non infilarsi in un angolo da soli a compiangersi. e oltretutto, a un livello meramente tecnico, scoprire che ci sono altre persone che sopravvivono e ne parlano, significa soprattutto che ci sono persone che sopravvivono, guarite o meno. Sopravvivono! Beh, è una bella scoperta, sempre!
sono assolutamente daccordo con te. Io non ho mai cercato di nascondere la mia malattia, ne ho sempre parlato apertamente. Ed ora che sono passati 6 anni, anche io ho iniziato a scriverne in un blog. Io penso che sia importante parlarne perchè ancora in molti credono che il cancro sia un male “inguaribile”. Certo, è una bestiaccia, ma guarire (anzi, sopravvivergli) si può e noi lo dobbiamo dire a tutti, lo dobbiamo GRIDARE, in modo che tutti gli altri lo sappiano, lo capiscano. Poi, per quanto mi riguarda, sento davvero il bisogno di parlare della mia esperienza perchè il 2004 è stato l’anno più brutto della mia vita, ma insieme il più bello. E mi ha reso una persona diversa. Migliore? non so. Ma sicuramente più consapevole e più grata alla vita per tutto.
all’inizio nn dicevo a nessuno al lavoro perchè non potevo far partire quel progetto o perchè non potevo assumermi quel problema oppure perchè avevo fretta di concludere. prendevo appuntamenti che spesso dovevo far saltare perchè la chiamata dll’ospedale che fissa analisi e terapie ha la precedenza su tutto
poi ho cominciato a dirlo: non posso ora perchè ho un cancro e mi devo curare.
le persone sgranano gli occhi e capisco che per tutti dire che hai un cancro significa che hai un piede nella fossa e che sei stata indelicata A DIRGLIELO
eh no, di cancro si vive, con fatica ma si vive eccome. anche più pienamente di quelli che sono sani
e poi penso a quello che diceva sempre mio padre: conoscevo uno che aveva la tua malattia e poi è morto. E’ uscito dall’ospedale guarito e poi l’ha messo sotto una macchina….
insomma, parliamone invece, che da quando l’ho scoperto io tutte le mie amiche si sono fatte di corsa la mammografia, qualcuna ha dovuto fare altre analisi ma nessun problema.
Tu hai vinto su tutta la linea Perché sei nata combattente e sempre lo sarai… Ti voglio bene e lo sai… Giulia
io non posso non ringraziare che ci siano persone come voi che condividete certe esperienze…per chi è malato come noi, per chi non lo è….per tutti…
Sono capitata qui quasi per caso. Non credo che questo blog sia irrispettoso nei confronti di coloro che purtroppo non sono riusciti a sconfiggere il cancro. Ho perso mia mamma a causa del cancro e leggere di voi non sminuisce il calvario che lei ha passato o il dolore della mia famiglia (o di altre famiglie). Leggere di voi, di ciò che avete passato, di ciò che state passando da un lato mi rattrista per voi, per le vs famiglie, per chi vi ama, ma dall’altro mostra un grande amore/attaccamento per la vita. Del cancro bisogna parlarne, è giusto.Si deve fare prevenzione, ci si deve tenere sotto controllo. E’ il non parlarne, il non fare niente che crea un danno e non viceversa.
hai ragione, non si può dimenticare. sono passati 20 anni da quando mi diagnosticarono un linfoma di hodgkin e solo continuando a parlarne, nel corso degli anni, mi ha aiutato ad affrontare le altre dure prove che la vita aveva in riserbo per me. ma se non ne avessi parlato non avrei trovato la forza di andare avanti. ed invece la vita è andata avanti benissimo e mi ritrovo ancora oggi ad essere una persona positiva. grazie per le tue parole.
non è giusto dimenticare. e poi perchè farlo? perchè ci viene continuamente richiesto? “dimentica ormai è passato” NO CHE NON LO E’. NON E’ PASSATO E NON VOGLIO DIMENTICARE. anzi voglio ricordare. perchè per sei lunghi anni ho lottato con tutte le mie forze contro un male che silenziosamente mi voleva uccidere!!!!!
se un killer vi seguisse per assassinarvi e ve la cavaste, dimentichereste una simile esperienza?
è crudele e superficiale risolvere la questione con un semplice “dimentica”. molto ingiusto.