Sono questi gli impegni che ci prendiamo quando amiamo qualcuno, figlio, genitore o coniuge che sia…
In salute e in malattia: se è un autentico rapporto d’amore, il patto è implicito, anche se non viene formalizzato.
Io ho vissuto gli ultimi 2 anni da malata e da parente di un malato di cancro e sono qui a riflettere sulle diverse prospettive che si aprono in questi casi.
Quando vivi la malattia sulla tua pelle, il mondo ti crolla addosso, ti chiedi perchè proprio a te, ti guardi intorno e con rabbia furente vedi che le mamme degli altri bambini sono in perfetta forma, ti angosci sugli esiti istologici, impari una terminologia medica che fino a pochi mesi prima era lontana anni luce dalla tua vita giovane e spensierata.
Pensi subito alla morte: immagini, macabramente, il tuo funerale, pensi alle cure devastanti cui dovrai sopporti, pensi alla tua famiglia, non ti alzi dal letto (almeno i primissimi tempi, tra la scoperta e la diagnosi).
Poi, piano piano metabolizzi la paura e la rabbia, entri nel tunnel col tuo carico di speranze e di promesse e ti fai forza. Poi ti operi, segui tutti i protocolli, i controlli, torni a ridere, poi ti rialzi dal tuo dolore, esci dal tunnel e impari a convivere con una nuova te stessa, grintosa, straordinaria che non pensavi di essere.
Essere vicino a un malato di cancro è più difficile. E’ più difficile perchè non hai il controllo della situazione, perchè non vuoi vedere una persona amata soffrire, perchè pensi di voler essere al suo posto (io ho più grinta, più pazienza), perchè non vuoi che muoia, mai.
E’ più difficile perchè non riesci a parlare con lei di morte, di gioie e di speranze, è più triste perchè saresti disposto a tutto pur di tenerla in questo mondo. Già, saremmo disposti a tutto, forse ad accettare anche uno stato “vegetativo” pur di sentire ancora la sua mano calda tra le nostre.
I nostri parenti, che vivono le nostre ansie e i nostri dolori, sono straordinari perchè ci amano teneramente, cercano di supportarci sempre in ogni modo, pregano per noi e vogliono la nostra presenza. Io spesso, di questo, mi sono dimenticata ed è capitato che fossi insofferente o scostante. Ma chi sta vicino a un malato di cancro fa fatica a seguirne gli umori, a decifrarne i pensieri, a sapere se è il momento giusto.
Ecco, il malato, a volte, è insensibile, ma il parente, per lo più, è sempre lì.
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sono completamente d’accordo con te…noi stiamo male per le cure e la paura di morire, ma sappiamo cosa ci dice il nostro corpo e sappiamo quanto è forte il dolore e quanto questo dolore ci influenza la vita, pensieri ed azioni. Ma non siamo nella mente di chi ci sta accanto e spesso loro stessi non riescono ad esprimere ciò che sentono dentro di loro o non vogliono dircelo per non pesare ulteriormente su di noi. E così non sanno cosa fare o cosa dire e soffrono a volte più di noi…temono più di noi…
Io gli sono accanto e sto vivendo con lui ogni momento; ricordo il giorno che l’abbiamo saputo, terminata la visita medica, in silenzio siamo saliti in ascensore con il nostro peso che gravava nella mente e nel cuore fino a togliere il respiro. Poi l’ho preso per mano e con sicurezza gli ho detto: “insieme ce la faremo, dobbiamo farcela”.
Da quel giorno non ho pensato ad altro, a volte cerco di cogliere i suoi pensieri, ma è difficile capire, lui non ne parla e se tra i suoi pensieri nasce un progetto, ecco … solo allora mi sento più serena.
Parecchi amici ci hanno abbandonato, questa cosa non la capirò mai, forse non sanno cosa dire eppure noi viviamo come sempre. Le cure, le visite, le ansie, sono solo nostre, credo in egual misura.
E’ da parecchio tempo che vi seguo, oggi grazie a Innoallavita ho sentito il bisogno di sentirmi più vicina a voi.
Ros2
ciao ros2…mia omonima direi…:)
anche per me è stato così : gli amici ci hanno abbandonato, lasciandoci soli quasi sempre ad affrontare tutta questa sofferenza, con la scusa di lasciarci tranquilli. Nessuno, se non ci passa, può capire. Per mesi ne ho sofferto parecchio e tuttora quando mi capita di intuire che ancora una volta, molti preferiscono fare altro che passare del tempo con noi, ci rimango male. Ma amen…incomincio a farmene una ragione e mi ritengo fortunata ad avere accanto una persona così stupenda come mio marito. Certo la vita sarebbe più facile per noi due se qualcuno ci aiutasse a distrarci dai nostri pensieri, ma a questo punto ho capito ancora una volta che gli altri ci sono tutti a parole ma a fatti quasi mai. E che ancora una volta dobbiamo contare sulle nostre forze…
Invece ringrazio quelli che stanno ancora più accanto alle persone che come noi devono affrontare una malattia come il cancro per il resto della loro vita, o altre malattie simili…la sclerosi multipla o tante tante altre. Grazie a quei cuori che donano il loro tempo non per pietà ma perchè vogliono davvero bene a queste persone…
Ciao Ros, non dispiacerti, sicuramente ha ragione Innoallavita, penso che chi non ha provato, abbia quasi paura, paura di non saper esprimere in modo naturale i loro pensieri. Forse non riescono a capire che il loro silenzio, potrebbe essere interpretato molto male. Tempo fa un vecchio amico di mio marito, incontrandomi per caso dal maccellaio mi disse: “ho saputo, vorrei venire a trovarlo, ma mi manca il coraggio, mi hanno detto che ha tre mesi di vita”. In quel momento devo essere sbiancata, ho provato un sentimento simile alla rabbia, se avessi potuto morderlo l’avrei fatto; riprendendomi ho cercato di tenere la calma e gli ho detto che sicuramente le persone parlano solo, per dare aria alla bocca, che mio marito stava bene, che questa malattia oggi, non fa più paura come un tempo e che poteva passare a trovarlo quando voleva. Proprio In quel momento ci ha raggiunti mio marito che sorridente gli ha teso la mano, si sono salutati e abbracciati, hanno parlato di tante cose come facevano un tempo; si sono lasciati con la promessa di rivedersi.
Ma poi è rimasto il silenzio. Non importa dice mio marito, le persone hanno sempre tante cose importanti da fare.
Ci siamo abituati così a vivere nel nostro mondo, con le persone più care della nostra famiglia; insieme lottiamo, insieme riusciamo anche a ridere, insieme non ci sentiamo mai soli.
Hai un marito stupendo e sicuramente altre persone che ti vogliono bene, non intristirti Ros, anche qui ci sono tante belle persone che aprono il cuore e sanno dare tanto calore.
Un abbraccio grande
Ros2
Ros e Ros2, avete proprio colto il senso delle mie parole, affrontando un altro tema interessante: la solitudine.
Da una parte ci sentiamo soli perchè non cogliamo tutti i pensieri del nostro caro malato, dall’altra, insieme al malato, ci sentiamo soli e abbandonati all’indifferenza degli altri che non capiscono il nostro stato d’animo. Ma non capiscono perchè non ci sono passati e, se ci pensiamo bene, forse anche noi, prima eravamo come loro…
Hai ragione Innoallavita, mi sento sola solo quando non riesco a cogliere i suoi pensieri. Per quanto riguarda gli amici invece sono leggermente dispiaciuta, non perchè si sono allontanati, ma perchè ho sempre creduto in loro e solo adesso comprendo, la loro povertà d’animo.
Un abbraccio grande anche a te
Ros2
si hai ragione, infatti come ho sottolineato, se non ci passi non puoi capire…
E io ho un vissuto familiare che da quando sono nata mi ha catapultato in questo mondo, quindi purtroppo già intuivo prima….ma passarci in primo piano è ancora un’altra cosa!
Però penso anche che quando ci parli con le persone e dicono di capirti e che ti aiuteranno ad affrontare insieme la cosa giorno dopo giorno e poi non ci si vede neppure una volta al mese bè…penso che qualcosa di sbagliato ci sia. In chi? bah….probabilmente in noi che in un momento simile ci si aspettava troppo…un sostegno maggiore…ma ripeto, per fortuna ci sono le eccezioni 🙂 che non bisogna sottovalutare!
Quanti argomenti…quante quotidianità comuni che affrontiamo…chissà se il nostro scrivere, i nostri confronti aiuteranno a capire qualcosa di più anche a chi è così fortunato da non dover affrontare tutto questo lungo e tortuoso cammino, ma che riesce a lamentarsi delle cose più banali…;)
buona serata ragazze…
Mie care, non mi resta che dire che noi siamo più forti di tutte le avversità, che noi non molliamo mai e che siamo fantastiche.
Dobbiamo davvero credere di essere stupende, così riusciremo a sorridere con entusiasmo a chi non ci capisce e costoro saranno spiazzati ulteriormente dalla nostra travolgente forza d’animo. Ho imparato che solo così il cancro fa meno paura…
Vi abbraccio forte. Avete un blog?
Ciao Innoallavita, ti ho sempre considerata una bellissima persona, dentro e fuori e queste tue parole lo dimostrano, saranno un esempio per tutte noi, per sentirci meno fragili e per affrontare la vita sempre con tanto coraggio.
Si, ho un blog e mi conosci come nonna, ora sai anche il mio nome: http://profumodiborotalco.splinder.com
Buona continuazione di giornata
Ros2
no nessun blog…
concordo…hai ragione!!! innoallavita…cercherò di seguire il tuo consiglio!
sono stata la sorella che ha combattuto con. non sono riuscita a salvarla. non sono riuscita a perdonarmi e nessuno ha idea di come ci si senta inutili e in colpa per essere sopravvissute. ora ho due amiche che stanno combattendo e io sono paralizzata dalla paura. e lo so che bisogna stare vicini che insieme tutto è più facile. ma io mi sento inadeguata ad aiutare. grazie per spiegare quello che sentite. è stato così difficile, così difficile.
Ciao Mogliedaunavita, non sentirti inadeguata credo che loro abbiano quella forza interiore e quel coraggio, che a volte a noi manca, la sanno trasmettere se solo ci avviciniamo. Non allontanarti dalle tue amiche per paura di non essere all’altezza, insieme e vicini si riesce a lottare.
Ciao
Ros2
Mogliedaunavita, segui il consiglio di Ros, ti prego. Non sei tu a decidere l’esito della lotta di una persona cara, non è colpa o merito tuo di come finirà il loro cammino, ma puoi renderglielo meno duro, meno solitario. Ti parlo da malata e da figlia di malata, la cosa più pesante da sopportare è la sensazione di solitudine che pervade il tempo della malattia, e vedere un’amica che si allontana perchè sei malata è dolorosissimo, credimi. Lo so per esperienza diretta. Ti prego, pensaci. Basta una parola, una chiacchierata ogni tanto anche parlando di sciocchezze, un giro a fare shopping e un caffè preso al bar, sono cose che fanno sentire VIVE. Ho visto morire un’amica di cancro meno di un mese fa, ho sofferto, ma credimi, le ridarei cento volte la carezza dell’ultimo giorno, perchè fino all’ultimo si ha bisogno di sentirsi amate, il suo sorriso mi ha ripagato del dolore. E se il mio percorso dovesse finire male, io a mia volta l’ultima cosa che vorrei è sentire le persone che si allontanano. CORAGGIO!!!
Brava Mamigà, fino all’ultimo respiro, presenti sempre…
Mia madre mi ha aspettato prima di morire, la davano spacciata la sera prima, invece ha aspettato il giorno dopo fino alle 16 prima di andarsene… La psicologa ha detto che succede spesso che un terminale aspetti i famigliari…per salutarli un’ultima volta.
Mogliedaunavita, basta un sorriso o il semplice interessamento: quando qualcuno mi chiede qualcosa sulla mia malattia io sono contenta di rispondere, mi fa piacere, mi sento pensata… e questo è molto bello. So che le persone sane si sentono imbarazzate, si fanno mille problemi, ma noi vogliamo parlare, raccontare…ci fa sentire vive. Il silenzio suona come l’indifferenza, la dimenticanza e questo per noi è brutto. Almeno, questo è quello che penso io…
Forza, ragazze, forza e coraggio… Abbracci a tutte…
Solo quando ho avuto a che fare con la malattia e la morte di mio padre ho capito fino in fondo la differenza tra avere il cancro e stare accanto a chi lo ha. Anche se la mia lunga “esperienza” con la malattia mi ha permesso di avere una facilità di approccio che altrimenti non avrei avuto, il senso di impotenza e di inadeguatezza era sempre lì a tormentarmi.
Il problema del come stare accanto a chi sta male è una delle questioni che abbiamo considerato essenziali quando abbiamo deciso di aprire Oltreilcancro. Ognuna di noi, attraverso il proprio blog, ha scoperto che la comunicazione del percorso affrontato o da affrontare non aiuta solo come valvola di sfogo, ma è un modo per “insegnare” a chi ci sta accanto (se ci legge) a trovare il modo giusto per esserci vicino nel modo migliore, per capire se e come fare domande, quando essere più presenti o quando ritirarsi con discrezione. Io almeno, scrivendo il blog mentre affrontavo per la seconda volta il cancro, credo di essere riuscita a realizzare quell’equilibrio prezioso che permette di vivere e condividere i momenti più duri con la famiglia, gli amici, e anche gli anonimi lettori che non mi conoscevano se non attraverso la rete.
Un abbraccio a tutte e tutti
“Anche se la mia lunga “esperienza” con la malattia mi ha permesso di avere una facilità di approccio che altrimenti non avrei avuto, il senso di impotenza e di inadeguatezza era sempre lì a tormentarmi.”
A me, al contrario di Giorgia, il fatto di essere uscita illesa da due Ka primari piuttosto importanti in 7 anni crea qualche difficoltà di relazione con gli altri malati.
La reazione standard, quando cerco di suggerire un approccio positivo, è che i miei cancri non erano poi così gravi se ne sono riuscita illesa…
Alla fine cerco di entrare in empatia e dire all’altro malato quello che vuole sentirsi dire e poi vado a farmi un aperitivo per farmi passare la rabbia di veder soffrire inutilmente gli altri
ciao a tutti, io sono una ragazza cubana,mi avete commosso…ho sofferto tanto con il cancro di mio marito, ma per fortuna fino adesso andato tutto bene,..mi sono sentita molta sola, senza i miei genitori..avevo bisogno a volte del loro affetto, di una chiacchierata,..questa lunga esperienza mi a fatto diventare una donna piu forte, è venuta fuori una parte di me che no conoscevo,,..tanti “amici” sono spariti per un lungo periodo, e poi quando non ne hai bisogno si ripresentano, chiamano..quanta ipocresia c’è nelle persone..io non riesco a esprimermi bene..so solo che ho sofferto tanto è ho pianto tantissimo..scusate la mia grammatica..un saluto a tutte voi.
Un saluto ed un caro pensiero a te, cara Infinitoamor.
Ciao a tutte sn una ragazza di 33 anni….4 anni fa,per l’esatezza il giorno del mio compleanno,la mia Mamma se ne è andata..il dolore è ancora li nel profondo del mio cuore,le lacrime spuntano all’improvviso e sembrano nn finire mai,ho lottato cn lei ho sperato cn lei…avrei attraversato il mondo per lei. Stare accanto a un malato di cancro è una prova della vita che nn dimenticherai mai che cambia tutto il tuo modo di vedere le cose..due splendidi bambini che lei nn ha visto..una bella casa che lei nn ha visto…tre giorni fa hanno diagnosticato lo stesso tumore a mia zia…io se tornassi indietro cn l’esperienza passata nn la farei operare…sl chi ci è passato può capire…lei si è fatta fare di tutto sl per nn lasciarci soli(siamo in tre..)nn voleva lasciare i suoi figli..ha lottato per noi..si è arrabbiata per questa ”bastarda sentenza”cm la chiamava lei perchè nn era giusta..nn era ancora il suo tempo voleva diventare e fare la Nonna…nn ha fatto niente di tutto questo è andata via in silenzio senza disturbare piccola indifesa e stanca di lottare contro un brutto male che piano piano la consumava dentro..ha lasciato un vuoto…un vuoto incolmabile…TVB.
Cara Luisa, le tue emozioni sono le mie. Anche io eviterei a mia madre di fare la chemio (non è servita a niente) e anche mia madre ha lottato per noi, perchè voleva veder crescere i suoi nipoti. Il tempo passa, ma il vuoto è incolmabile, la sofferenza ci accompagnerà sempre. Vieni a trovarmi nel blog, così parliamo!
innoallavita nn riesco a trovare il tuo blog….help me nn sn molto brava cn la tecnologia…
hoilcancromasorrido.splinder.com. Lo trovi anche in fondo al mio ultimo post intitolato “il perchè” del 15 giugno.