La polvere e la iena

C’è una stanza, nella mia mente, che tengo chiusa a doppia mandata e dove custodisco polvere e dolore. C’è tanta polvere, ho spolverato un paio di volte, ho pianto una settimana e non ci entro più a meno che non sia strettamente necessario. E’una stanza dove la polvere stringe la gola. Dove entrando si sente ridere una iena che ho cresciuto nel mio petto. Dove posso solo accucciarmi in un angolo con la testa tra le mani. Una stanza dove ci sono immagini. Le mani sanguinanti e spaccate a furia di grattarle contro la spalliera del letto. Linee scure che ho sui fianchi, sulle spalle: graffi che mi sono fatta da sola con gli artigli della iena per fermare il sangue che prudeva sotto la pelle. I piedi massacrati dalla spazzola che non riuscivano a calzare scarpe. Fondotinta per coprire i graffi e tanta vergogna. Umiliazione ed abbandono. Non sono pazza, dottore, mamma, io ho un problema. Ascoltatemi. Tosse, tosse, tosse, da rimanere senza fiato. Tosse che ti soffoca nel sonno, che ti manda in apnea.  Non sono matta, lo giuro. Sudore. Sudore all’improvviso. Gocce che cadono dalla fronte sugli occhi, reni zuppi, Sudore, sudore, sudore, sentirsi sudare anche sotto la doccia. Il sudore del linfoma preferisce la notte. Sdraiata sul pavimento a sudare. Lo senti arrivare all’improvviso, inizi a sentirlo arrivare da lontano e senza nemmeno il tempo di dire “oh, no!”, sgorga da ogni poro. La notte è il momento peggiore per sudare.

Da alcune notti ho ricominciato a svegliarmi in un bagno di sudore. E il pensiero è tornato lì. Al 2005. Eppure, le analisi le ho fatte da poco ed erano in ordine. Non è possibile che nell’arco di sei mesi si sia passati da analisi perfette alle sudorazioni notturne, paranoica. Rifletti, sii razionale. Usa il cervello, idiota. E’mezzanotte e fuori fanno 13°. Tu dormi sotto il piumone pesante perché Maschio Alfa si rifiuta passare alla coperta e di mettere un pigiama. Direi che se sudi è perché, a primavera inoltrata, dormi con un piumone che nemmeno a Cortina a dicembre. Però la tua mente è volata lì, subito, prima di qualsiasi altro pensiero razionale. Tu che sei sempre così lucida fai questi pensieri. Perché?

Tempo fa ho conosciuto un aquilano che ha vissuto il terremoto del 2009. Mi ha raccontato che, ad oggi, se vede un lampadario dondolare lui pensa subito al terremoto. Non gli viene il dubbio che magari ci siano due finestre aperte e la corrente d’aria faccia dondolare il lampadario.

Pare che sia così anche per me. Non importa quanto io ritenga di aver superato tutto. A volte ritornano, diceva Stephen King. Facciamoci una risata e togliamo quel cavolo di piumone. E’giorno e devo andare a giocare. Mia figlia deve rimanere lontana da quella stanza.

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Una risposta a La polvere e la iena

  1. franz ha detto:

    Romina…ho letto tutti i tuoi post a partire da quello intitolato “come tutto ebbe inizio”…io sono un ragazzo Hodgkin (va bene uguale ? :-)). Mi hai fatto davvero piangere di commozione, specie nei post in cui parlavi della tua imminente gravidanza. Anch’io ricordo tutto, tutto, tutto quello che mi successe tredici anni fa, fino alla diagnosi…ed anche per me sono momenti che ricordo ancora con sgomento e terrore…dalla tosse che iniziò a perseguitarmi in una delle sere che, per altri versi, ricordo invece come fra le più memorabili della mia vita (andai a vedere Lady Machbeth di Mzensk di Shostakovich al Festival di Salisburgo…). Usciti dall’opera: un accesso di tosse terrificante, sembravo La Traviata…e poi le sudorazioni, il prurito (non atroce come il tuo, ma c’era), le goccioline di sangue sul cuscino…tutto uguale, a parte il mio medico di base che, a differenza del tuo, aveva capito tutto. Tutto uguale anche appena sento un pochina di tosse secca fuori posto…il cervello va per conto suo…
    Grazie di tutto, davvero.

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