L’opportunità di un futuro

base oltreilcancro.jpeg Avevo pensato di scrivere qualcosa circa le tristi storie che abbiamo letto in questi giorni, ossia quella della ragazza di diciotto anni, malata di leucemia, morta perché i genitori hanno rifiutato le cure e della giovane mamma, malata di cancro al seno, che ha lasciato orfano un bambino di quattro anni per lo stesso motivo. Entrambe si sono affidate a metodi che con la scienza e la medicina non hanno nulla a che fare, a persone prive di qualsiasi deontologia professionale, spesso radiate dall’albo, prive di umanità. In una parola: sciacalli. Ho iniziato cento post diversi e altrettanti ne ho cancellati, sono in seria difficoltà.

In entrambi i casi, le possibilità di guarigione erano altissime per entrambe: l’80% per la ragazza affetta da leucemia e il 93% per la giovane mamma. Nessuno avrebbe potuto dare loro la certezza di guarire, quella, tranne i ciarlatani, non può darla nessuno, ma le loro chance erano altissime e lo sapevano.

Vorrei poter dire quel che penso, esprimerlo in maniera sensibile, lucida, chiara, razionale ma non posso. Non ci riesco. Quando la rabbia e lo sconcerto prendono il sopravvento è meglio tacere, specialmente davanti ad un bambino dell’età di mia figlia che crescerà senza una madre e davanti ad una ragazza appena più piccola di me quando mi ammalai che non avrà mai tutte le possibilità che la vita mi ha offerto in questi ultimi dieci anni. Non me la sento di entrare nel merito della questione, sono troppo scoraggiata, troppo preoccupata per la china che prendono certe situazioni, troppo impotente davanti alla cecità di chi si affida senza porsi dubbi a chi promette miracoli.

Io le conosco la paura e la disperazione. So cosa sono. E so come lavora certa gente. Le grandi città, nel loro complesso, sono fredde e alienano le persone, l’identità dei quartieri che le compongono, tuttavia, non è molto lontana da quella dei paesi in cui tutti sanno tutto di tutti e le voci girano in fretta. Mio padre aveva un bar e io lavoravo con lui, in zona mi conoscevano tutti, la notizia delle mie condizioni di salute fu presto di dominio pubblico. Una sera un tizio mai visto prima si presentò al bar di mio padre e, dopo un abile giro di parole, fatto di frasi come “la chemio la ucciderà” o “forse siete ancora in tempo” gli propose una cura fatta di erbe. Mio padre lo cacciò e io continuai con il mio percorso di cure.

Il linfoma di Hodgkin ha una percentuale di guarigione altissima, parliamo di oltre l’80%. L’aveva dieci anni fa e la ha oggi. Eppure, se mi fossi ammalata qualche anno prima del 2005, parlo di una ventina di anni prima, quindi in realtà pochi, probabilmente non ce l’avrei fatta, dato che la malattia era molto diffusa e avanti nella stadiazione. O magari sarei sopravvissuta, ma con conseguenze più pesanti. Magari mi avrebbero tolto la milza, come si faceva una volta per precauzione nei casi di linfoma. Ma la ricerca è andata avanti, non credete quando vi dicono che è ferma, perché non è vero. E’andata avanti e ora il linfoma è una malattia che, come diceva il mio ematologo, è chiamata “neve al sole” perché quasi sempre si scioglie letteralmente sotto i colpi della chemioterapia. Le terapie complementari per limitare gli effetti collaterali sono aumentate e anche le conseguenze a lungo termine sono sempre più gestibili.

Non entrerò nel merito dei due fatti di cronaca, delle polemiche ai limiti dell’assurdo sulla chemioterapia e sulle medicine alternative (e se sono alternative, non sono medicine, la medicina è una e basta) perché non credo sia il caso, ripeto, essendo molto coinvolta nell’argomento non riesco a tenere a freno la rabbia e quando c’è così tanto dolore in ballo non è il caso di lasciarsi andare.

Ma una cosa ve la posso dire: negli ultimi dieci anni io avuto la possibilità di continuare a studiare, di viaggiare, di lavorare, ho avuto le mie delusioni, i miei stress, ho conosciuto mio marito e mi sono innamorata, ho avuto lutti e momenti di dolore, ho avuto una bambina meravigliosa, ho letto centinaia di libri, ho incontrato molte persone e ho potuto imparare qualcosa da tutti, ho riso tanto, ho avuto la possibilità di stendermi sull’erba a guardare la forma delle nuvole, di fare progetti per il futuro…io ho avuto l’opportunità di un futuro.

E questo futuro, questi dieci anni meravigliosi che ho alle spalle, tutti, nessuno escluso, così come i giorni che verranno sono un regalo della medicina e dei medici. E mi dispiace quando altri si negano, per motivi nel merito dei quali non voglio entrare qui, lo stesso futuro che ho io, o quanto meno la possibilità di averlo.

Parlate con i vostri medici. Se pensate che ci sia qualche cura alternativa alla chemio, se venite contattati da persone che vi propongono un miracolo senza effetti collaterali, se la disperazione vi spinge verso strade poco battute e poco chiare, parlate con i vostri oncologi. Sono certa che saranno ben lieti di rispondere alle vostre domande e demoliranno in dieci minuti, fornendovi spiegazioni scientifiche, le varie teorie fatte di bicarbonato e fuffa, di diete e cattiva fede.

Il post originale è qui

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10 risposte a L’opportunità di un futuro

  1. ehipenny ha detto:

    Mi piace il tuo post perché è sincero, questi eventi mi hanno fatto arrabbiare,forse perché non riesco a concepire come si possa sfruttare persone malate e ingannarle in questo modo, ma soprattutto mi chiedo come non si possa fare nulla contro questi sedicenti medici… ma hai messo in luce già nel titolo qualcosa di fondamentale: l’opportunità di un futuro 🙂

  2. silviacavalieri ha detto:

    Condivido tutto quello che hai detto, carissima. La tua testimonianza sincera è molto importante, perché affronta la parola chiave: futuro!

  3. Io e il Signor H ha detto:

    Ho letto questa notizia mentre ero in compagnia di un’amica. Dopo avere espresso il mio parere, esattamente in linea con il tuo, la mia amica mi ha fatto notare nella vita tutto è una questione di scelte e che ognuno ha il diritto di decidere per la propria vita ciò che vuole. Non so se sono d’accordo. Forse, da persona che c’è passata, non concepisco l’arresa, il non provare a tirare fuori la forza, le unghie e i denti. Ed ho pensato che non fosse giusto morire in questo modo, che non è giusto prendere decisioni di un certo tipo per altri. Qua parliamo di genitori che hanno deciso per la figlia il tipo di “cure” da intraprendere; di una madre che ha negato alla figliola la sua presenza per sempre per cosa? Forse paura della chemio, degli effetti collaterali, degli esami???? Ecco, qua è meglio se smetto di commentare anche io…
    Ti abbraccio Romy

  4. Daniela ha detto:

    Ci sono alcuni medici convenzionali che son peggio dei ciarlatani. Tutte le belle cose sui progressi della ricerca medica …..che senso ha quando quelle cure te le negano?

    • rominafan ha detto:

      La sanità italiana ha tanti limiti e li conosciamo tutti, ma è gratuita. Non viene negato nulla a nessuno. Una chemioterapia non costa nulla al malato.

  5. Marisa ha detto:

    Ho avuto 20 anni fa un linfoma n.h.all’epoca spopolava il metodo Di Bella,quei malati che hanno lasciato la chemio purtroppo non sono qui a testimoniare,con questo non voglio certo dire che la chemio guarisce sempre tutti i tipi di tumore,ma ti dà un’opportunità certa.
    P

    • rominafan ha detto:

      Esatto. Purtroppo alcuni tipi di cancro (molti meno di quanti comunemente si creda) sono delle condanne. Altre volte ancora, prognosi apparentemente favorevoli vengono completamente rovesciate perché…perché così va la vita, purtroppo. Di certo, ad oggi, miracoli la medicina ancora non ne fa, e la palla di vetro i medici non ce l’hanno, ma speranza oggi come oggi ce n’è, eccome…

  6. fulvialuna1 ha detto:

    1999, nasce mia figlia e arriva il linfoma di non-Hodgkin dopo sei mesi…alto fattore di malignità perchè nessuno aveva capito cosa avevo, dicevano depressione da parto…ma questa è un’altra storia. Qualcuno mi propose una cura alternativa alla chemio, qualcuno il metodo Di Bella (intrapreso da una mia amica che non ce l’ha fatta)..no, tutto rifiutato, solo chemio, anche se delle più forti e devastanti, ma tanto valeva la pena provare, l’acqua fresca la bevevo a casa. E sono qui, non credo che debbo tutto a quella cura, ma tantissimo si, e se qualcuno oggi mi chiede se lo rifarei direi sempre di si, anzi oggi le cure sono migliorate anche rispetto alla tolleranza. Libero ognuno di scegliere, ovvio, ma farsi lusingare anche nella disperazione non lo accetto, sono sincera, anche se rispetto l’idea degli altri. Informarsi sempre, e credere nella medicina a larga scala, ci sono prove evidenti.

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