Sono stati giorni duri pesanti, giornate e soprattutto nottate lunghe e profondamente buie, di quel buio senza fine. E’ cominicata la menopausa, unica cosa bella in tutto questo, ci sono andata con la chemio, quindi non avrò bisogno di ulteriori “aiuti” per raggiungere uno dei principali obiettivi.
Mi sono arresa, ho chiesto aiuto, ho chiesto il supporto psicologico, non pensavo di arrivare a questo punto, mai avrei pensato di gettare così le armi, di arrendermi, ma depressione, la paura, le lacrime versate sono state troppe, la pena negli occhi di mia madre, di miasorella e del Ferrari sono troppo grandi. Oddio, il Ferrari non si è accorto di nulla, lui ha praticamente adottato la politica dello struzzo, lui non guarda, lui non vede, lui non sente. Occhio o orecchio non vede, cuore e mente non dolgono. Lui è a posto con tutto e con tutti. forse sarà anche colpa mia, non l’ho mai coinvolto più di tanto, a parte i primi momenti, dall’inizio della chemio ho detto basta, non potevo continuare a trascinarmi dietro un peso morto come lui, sempre lì presente fisicamente, ma inutile, inutilizzabile Non puoi avere con te una persona che anzichè capire e chiedere chiarimenti ai medici, li chiede a me, chiede a me di spiegargli. Io non ce la posso fare. E’ già abbastanza pesante dover capire e digerire quello che i medici dicono e non dover ripetere tutto, continuando a girare il coltello nella piaga. Senti Ferrari, fammi un favore, continua ad andare al lavoro, non mi rompere le scatole dicendomi che debbo mangiare, che debbo uscire, continua ad uscire con i tuoi amici, che sono più vuoti di un’arcata di un ponte, fai la tua vita e lasciami in pace, lascia che io metabolizzi questa situazione, lascia che io me la racconti, me la dica e me la rida, poi ne parliano alla fine di tutto…se ci sarà una fine! Che vuoi che ti dica, che sto male? Non so nemmeno io da che parte cominciare a spiegarti di quale male soffro, non ti sei nemmeno accorto che ho pianto per 26 ore di fila, che la mia mente stava vacillando, quando hai visto mia madre lì in un giorno che non doveva esserci sei caduto dalle nuvole. L’unica cosa che mi hai saputo dire:
“Hai male? Dove hai male? Beh, se non hai del male, allora perchè piangi?”
Ferrari è un male della mente, è la paura, è un male fisico unito ad un male mentale, ed è un mix esplosivo, non riesci a trattenere le lacrime, quelle vivono di vita propria, escono dagli occhi da sole, incontrollabili.
Alla 4.a chemio sono prostrata, sfinita, distrutta, ho il bel da ripetermi che è una situazione transitoria, ma non ne vedo la fine, è tutto buio, un budello nel qual sono caduta e dal quale non entra nessuna luce.
Anche l’oncologo che mi segue è dispiaciuto, lui credeva tanto in me, mi vedeva agguerrita, mi guardava sempre con una luce di fierezza, ma sapeva, lui sapeva che prima o poi sarei crollata, è dispiaciuto del mio star male, del mio stare molto male, ma si è attivato di gran carriera per cercarmi la psicologoca.
E in tutto questo, per rendere ancora più pesante la situazione, ci si è messo pure l’attentato a Nassirya, ha aggiunto dolore al dolore, mi sono calata nei panni di chi è rimasto, di queste donne, di quei figli grandi e piccoli, ho pianto tanto per me e per loro, ma ognuno sente il suo e il mio mi sembrava un dolore molto più grande.
Già è dura dover accettare , il sapere che prima o poi si muore, che si comincia a morire appena si nasce, ma avere addosso un qualcosa che potrebbe portarti alla morte, un qualcosa che potrebbe far dire ai medici “Deve morire”, è inconcepibile.
Prima o poi ne verrò fuori? Ce la potrò fare? Con quanta rabbia ne verrò fuori?
Perchè a volte vorrei tanto morire, vorrei tanto far soffrire chi mi sta attorno, mia madre, mia sorella il Ferrari, la figlia latitante e gli amci, li vorrei vedere sprofondare nell’abisso del dolore mentale, come sto sprofondando io, in questi momenti.
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