Ci siamo scontrati 2 volte; la prima ho dominato e stravinto; la seconda… alla fine del primo tempo sono in netto vantaggio e conto di rimanerci ma la strada è ancora lunga. Non smetterò di combattere mai per me, per la mia famiglia e per tutti gli splendidi amici che mi sono stati vicino in questi mesi: si meritano una vittoria.
La prima volta avevo 12 anni e a 12 anni non capisci come stanno le cose… a parte che ne sono stato tenuto all’oscuro ma non avrei capito comunque. Andavo in un ospedale chiamato “Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori” ma non sapevo, non capivo nonostante tutte quelle persone che già allora, prima che diventasse una moda, andavano in giro pelate. Io no, mi rifiutai. Preferii tenermi quei quattro peli che mi erano rimasti in testa. A 12 anni sei troppo preoccupato degli sfottò a scuola… fu una stupidaggine; a scuola i compagni furono tutti magnifici con me. Con il tempo capii cos’era successo ma ormai ero guarito e potevo solo stare male all’idea delle persone che intorno a me sapevano e soffrivano.
La seconda volta è storia recente. La chemioterapia è finita, l’operazione è stata fatta e i capelli stanno ricrescendo. Mi aspettano 5 anni di controlli e di dita incrociate anche se il mio amico prete, conosciuto in ospedale proprio quest’anno, giustamente non è scaramantico; lui prega e a queste cose non crede. Crede a delle altre cose a cui mi ha aiutato a riavvicinarmi. E’ stato fondamentale averlo vicino a me… e il bello è che è lui a ringraziarmi per avergli insegnato qualcosa!
Psicologicamente è stato tutto diverso: adesso sapevo e soffrivo insieme agli altri; a volte io tiravo su loro, a volto loro tiravano su me. E’ il “bello” di essere adulti.
E’ stato un anno difficile, di alti e bassi, di sofferenza, di crisi ma anche ricco di regali. L’amicizia di tanti, scoperta più forte di quanto pensassi, l’incontro con molte persone fantastiche, il prete, il personale ospedaliero, gli altri malati. Un anno in cui ho perso tanto (sicurezza, serenità, salute) ma in cui ho anche trovato tanto e alla fin fine credo di averci guadagnato. Non è stato per niente facile arrivare a queste conclusioni, è stato un cammino lungo ma adesso sono tornato, sono pronto a ricominciare a vivere una vita diversa perché la malattia questa volta è stata più bastarda e spietata e mi ha lasciato dei segni indelebili. Niente sarà più come prima, presumibilmente sarà tutto più difficile ma essere qui è già una grossa vittoria, cerchiamo di capitalizzarla al meglio! La malattia non deve trarre alcuna soddisfazione da quello che è stato.
Ho vinto io, ancora una volta
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