Si parla, si racconta un anno passato, ma preferisco ascoltare gli anni degli altri più che raccontare il mio, il nostro.
Chi non mi conosce, i nuovi vicini di ombrellone, i nuovi amici della Tata, debbono continuare a vedermi così, come una persona di 50 e passa anni che si diverte a far la nonna, che vive e sta bene in questo mondo bambino. Chi non mi conosce deve continuare a pensare che la vita mi ha dato tutto in cambio di niente. Chi non mi conosce deve continuare a non conoscermi.
Chi mi conosce, chi sa, rimane perplesso davanti al mio cambiamento, cerca di sapere il perchè, di capire il percome, ma non ho voglia di parlare, di giustificarmi, di spiegare. Chi mi conosce prima o poi capirà, o fingerà di capire, ma il mio passato è là, in un angolo, dentro di me e rimarrà il più possibile nell’angolo al buio.
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