Come una funambola

Premessa: non è affatto facile fare la recensione di un libro scritto da una tua amica, che tra l’altro ha un blog che leggi sempre e una storia di malattia molto simile alla tua (almeno nella prima parte). Il libro di Giorgia (Come una funambola – Dieci anni di equilibrio sul cancro) però è talmente bello che non rischio di essere fraintesa se esprimo il mio giudizio del tutto positivo anche qui, mettendolo nero su bianco.
Il problema, per me, se mai è un altro: fin da quando ho scoperto il blog di Giorgia, alla fine del mio ciclo di terapie per prevenire le recidive del tumore al seno, leggere le sue parole mi ha suscitato sempre tante emozioni contrastanti. La paura, prima di tutto, perché non esiste persona al mondo che abbia avuto un tumore e che non sia spaventata all’idea che possa ripresentarsi, come appunto è successo a lei; la fiducia, perché Giorgia racconta con semplicità una storia di duplice vittoria, anche se non fa sconti quando descrive i passi più drammatici della sua esperienza; infine, la serenità, perché Giorgia ci descrive i suoi dieci anni di equilibrio sul cancro come una strada difficile ma percorribile, la sua strada.
Io non so se la strada di Giorgia assomiglia alla mia, né per quanto riguarda le tappe né per il modo di affrontarla, però leggendo il suo libro vedo tracciato un incredibile percorso, e noto soprattutto il grande valore di questa donna, proprio come quando, in un numero di equilibrismo, si rimane rapiti dai movimenti del funambolo e si dimentica quasi del tutto la paura del vuoto. Giorgia è una vera condottiera, tanto che riesce a trascinare familiari, amici, dottori e anche noi lettori con convinzione dietro di sé nel suo percorso funambolico, in bilico su questa corda così sottile. Questo è il motivo per cui consiglio Come una funambola a tutti quelli che vogliono cercare di capire anche solo con la lettura cosa si prova a vivere “in equilibrio sul cancro”. Espressione che comprende, non dimentichiamolo, anche il delicato equilibrio tra medico e paziente e il difficilissimo equilibrio tra malato, famiglia e società.
Per concludere, quindi, non posso fare altro che rubare le belle parole scritte nella prefazione del libro dal Dott. Zeta, oncologo di Giorgia:
“Raggiungere questo prezioso equilibrio è raro, ma non impossibile. È allora che si combatte la stessa battaglia e si condivide la stessa trincea”.

Come una funambolaQui il post originale

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4 risposte a Come una funambola

  1. margherita ha detto:

    Il libro è sul mio comodino da qualche giorno, attende con pazienza che la sottoscritta sia pronta a leggerlo con partecipazione e un briciolo di serenità. E’ arrivato in un cartoccio, avviluppato tra cellophane e carta; è rimasto sul mobile dell’ingresso per un pò, finchè non ho trovato il tempo di aprirlo con il rispetto che si dedica ad un evento importante. Ne ho scorso solo le prime pagine, poi ho capito che meritava la predisposizione giusta. La copertina da sola è uno spettacolo!

  2. Giorgia ha detto:

    Grazie, Margherita!

  3. Pingback: Tra funambole « Il mio karma

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