Haiku

L’inizio della primavera lascia sempre un po’ stupiti, soprattutto dalle mie parti. Voglio dire, lo sappiamo benissimo che gli alberi in inverno preparano il loro bel corredino di gemme, proprio mentre sono grigi, brutti, gelati, pietrificati nella nebbia, ma quando da un giorno all’altro ci si trova di fronte alla distesa di ciliegi in fiore non si può fare altro che rimanere a bocca aperta. Dove si era nascosta tutta questa bellezza?  E questo cielo da cartolina, se c’era, perché se ne stava in disparte?
Va be’,  non sono qui per parlarvi della primavera, né per fingermi la poetessa haiku che non sono. Domani inizio i controlli semestrali, con la consueta visita al vampiro del centro prelievi. E’ questa la notizia. Sono tre anni buoni che ne parlo, e mi sembra che non sia cambiato molto dalla prima volta. Mi annoio da sola, a pensarci. No, una cosa è cambiata, onestamente: adesso non ho semplicemente paura, ho proprio una strizza tremenda e puerile, che sfogo in varie modalità, dal piagnucolio autodistruttivo alla furia generalizzata.
È perché sto bene, questo è il punto: le mie buone condizioni di salute (fino a prova contraria) mi hanno fatto perdere contemporaneamente sia il coraggio adrenalinico dei primi tempi della malattia, sia il sostegno incondizionato alle molteplici manifestazioni della paura. E tutto perché adesso posso lamentarmi anch’io della congiuntivite allergica senza sembrare una persona straordinariamente ironica. In più posso e devo lavorare come tutti, senza storie (ah, ho dimenticato di dirvelo, la mia invalidità è scesa ulteriormente, ormai non c’è quasi più). Inoltre posso passare una serata a cercare compulsivamente informazioni sulla guerra (e non sulle mie cellule impazzite), e addirittura associare la parola radioattività a un reattore posizionato in un oceano lontano (e non a un isotopo iniettato direttamente nella mia vena). Posso farlo tranquillamente, anzi, tutti si aspettano che lo faccia, e io stessa me lo aspetto. Io, la mia giudice più severa e intransigente: in una vita precedente devo essere stata la preside di un collegio femminile, temo.
Intanto percepisco la stanchezza di chi mi sta vicino, vedo che amici e parenti cercano di cambiare discorso quando accenno ai controlli.
Di che ti preoccupi, ormai, Julia? Di niente, figurati. Sto bene!
A parte che domani consegnerò docilmente il braccio a un perfetto sconosciuto (sperando che non abbia sbagliato mestiere), dopodiché perderò completamente il controllo della situazione, mentre il mio sangue scorrerà in tubi e provette, verrà centrifugato, colorato, fatto reagire. In ogni caso, per me inizierà un altro giro di giostra, un nuovo periodo di pace o di guerra globale. Il prelievo è solo l’esordio di una stagione nuova che non conosco, e che mi auguro buona, o almeno mite.
Ops, sento già il coro di voci vicine e lontane.
È improbabile, Julia, dai! Ma sì, certo, lo so. Sto bene!
Intanto scoppia una primavera così bella da togliere il fiato. Lo vedo anch’io, ma faccio fatica a crederci.

Qui il post originale

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3 risposte a Haiku

  1. lorella ha detto:

    Un forte abbraccio da una sconosciuta, che attraverso le tue parole ha riscoperto il valore dell’esistenza umana!!!

    • Juliaset ha detto:

      Ma che gentile, cara Lorella! So per certo di non meritare un commento del genere, ma ti ringrazio tanto, in questi giorni “Haiku” faccio tesoro di queste botte di autostima.

  2. SIMONA ha detto:

    semplicemente grazie per le parole e…ti sono vicina e mi unisco nell’abbraccio

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