L’altra primavera

C’è la solita primavera, quella fatta di macchie gialle di forsythie e narcisi, piume verdi di germogli sui rami, nuvole rosa di fiori di pesco, aria profumata di sole. È bella, bellissima, come tutte le stagioni, ognuna delle quali ha il suo fascino.

Ma c’è anche un’altra primavera.
Il 27 marzo del 2006 sono stata ricoverata e per la prima volta, grazie ad un ecografista competente, è stata pronunciata la parola liposarcoma: i disturbi che mi tormentavano da oltre sette mesi avevano finalmente un nome, un nome di cui in quel momento non conoscevo il significato, sapevo solo che finiva per -oma quindi probabilmente era un tumore maligno, un cancro, e solo nelle settimane, nei mesi e negli anni successivi avrei scoperto il suo vero significato.
Sapevo anche che era grande, enorme, che occupava tutta la cavità addominale, e mentre tre giorni dopo un’infermiera spingeva il mio letto fuori dalla camera, verso la sala operatoria, sapevo anche che avrei potuto non risvegliarmi dall’anestesia, oppure svegliarmi con qualche organo in meno. E quando due settimane dopo è arrivato il referto istologico con la conferma della diagnosi, sapevo che quella sarebbe forse potuta essere la mia ultima primavera.

Questo accadeva esattamente cinque anni fa. Non sono particolarmente legata agli anniversari, per la verità è un caso che mi sia messa a scrivere questo post proprio oggi, mi frullava in testa già da un po’ e ad essere sincera sono dovuta andarmi a rileggere la cartella clinica per essere sicura delle date.
Cinque anni dalla diagnosi però sono un traguardo importante, uno di quelli che si utilizzano per le statistiche. Non sono stati cinque anni liberi da malattia, nel frattempo c’è stata la recidiva, con il suo pesante corollario di terapie e relativi effetti collaterali, ma per una curiosa coincidenza, anche il secondo intervento è stato in marzo, nel 2008, quindi sono comunque tre anni di remissione.
Questo doppio anniversario forse non vuole ancora dire guarigione, ma significa che sono ancora viva, e tutto sommato anche in buona salute. Significa che da quel giorno di cinque anni fa ho ammirato, annusato e assaporato ancora cinque primavere, cinque estati, cinque autunni e cinque inverni, cosa che in quel giorno di marzo non davo affatto per scontata e che mi fa parecchio piacere.

Mi auguro di poter godere ancora di tante stagioni, ma intanto sono grata, molto grata, di quelle che ho potuto assaporare, e non intendo solo gli ultimi cinque anni, ma anche i precedenti trentasette.
E se questa primavera ha riportato, oltre alle vampate, anche qualche movimento di formiche sulla gamba destra a qualche dolorino alla palla… beh, chissenefrega. Io sono viva.

Qui il post originale

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7 risposte a L’altra primavera

  1. cumino ha detto:

    Ti capisco, abbiamo percorso un lungo tratto di srada insieme. Io ho “scollinato” i 5 anni dall’autotrapianto e a volte il mio umore è malinconico e non sono così grata alla vita, ho ancora qualche rancore. Però sono viva e lotto ancora e combino pasticci e cose belle. Un abbraccio

  2. Farfallaleggera ha detto:

    Io di auguro di cuore di assaporare tante altre stagioni, te lo meriti, cara…Bacione

  3. Bietto ha detto:

    Grande Mia, questa e la mia prima primavera dopo l’operazione, la chemio e la radioterapia concluse ad aprile 2010..dovremmo tutti reagire alla grande, aggredendo noi il tumore psicologicamente, senza farci sopraffare da lui, anche se la paura di un ennesima recidiva è sempre dieto l’angolo, io mi sono liberato di un sarcoma di 3°grado di malignità al tendine del piede destro, con conseguente demolizione plantare e ricostruzione verosimilmente rivascolarizzata con il dentato anteriore..pensavo fosse finita la mia vita, non poter pù correre a 27 anni non lo si accetta tanto facilmente! ora sto bene, le energie sono tornate, i miei capelli sono più folti e più forti che mai..e alla faccia dei chirurghi plastici, settimana scorsa ho corso il mio primo Km! ovviamente sotto antidolorifico “magnifico”..ma chi se ne frega, anche se non muovo più le dita del piede io non mollo..lottare, lottare e mai smettere di crederci..

  4. Bietto ha detto:

    Dimenticavo..un forte e sincero abbraccio!

    • Mia ha detto:

      Grazie, ricambio con affetto!
      Ovviamente mi piacerebbe non avere compagni di viaggio su questa strada: il cancro non si augura a nessuno. Però dà forza sapere che ci sono altri che affrontano con grinta un’esperienza simile alla propria, in modo particolare contro un tumore parente stretto di quello che ho avuto io (liposarcoma).
      Queste battaglie spesso lasciano il segno, ci portano via qualcosa e non è facile accettarlo, ma la determinazione e la voglia di andare avanti a volte fanno conquistare risultati straordinari.
      Ti auguro ancora tanti e tanti km di corsa: buon cammino!

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