Sempre più in ritardo, ma fedele agli appuntamenti:
Giugno
Giorgia, Barco di Bibbiano (Emilia-Romagna)
Aveva 29 anni, un marito, un lavoro in un’edicola-tabaccheria e una famiglia alle spalle. Una vita serena, un quadro perfetto al quale mancava solo l’ultima pennellata, un figlio. “E, invece, anziché avere un bambino, ho avuto un tumore”.
Sono passati più di 10 anni da quei mesi e le cose sono profondamente mutate: perché Giorgia Meli, di Barco di Bibbiano in provincia di Reggio Emilia, non è più ammalata e ha quella piccola che aveva sempre sognato. Un miracolo: perché i medici avevano diagnosticato la sterilità di Giorgia e, invece, dopo aver vinto il linfoma, si è realizzato quel sogno che, ormai, considerava irrealizzabile.
Nata nel giugno del 1971 e sposata a 24 anni con Raffaele, Giorgia trascorreva un’esistenza tranquilla, divisa tra il lavoro, le amiche, la vita di paese. Come spesso accade, soprattutto se si hanno 29 anni, il tumore rappresentava un qualcosa di lontano, d’impensabile. Fino al giugno del 1999. “Non stavo bene, ma a tutti i sintomi di quel periodo davo un’altra spiegazione: il caldo al fatto che era giugno, i pruriti alle zanzare, la perdita di peso al lavoro. E anche quando mi accorsi di quella noce dietro un orecchio, non ci detti troppo peso. Addirittura chiesi al mio dentista se poteva dipendere dai denti”. E neppure quando fece una visita con il medico che le disse che c’era qualcosa che non andava, disponendo l’ago aspirato e una radiografia, il suo primo pensiero fu “dottore io l’1 luglio devo partire per l’isola d’Elba”. “Era come se vivessi su un altro pianeta”. Improvvisamente Giorgia è dovuta tornare sulla terra. La diagnosi fu impietosa: linfoma di Hodgkin.
Una sentenza devastante, una montagna da scalare resa ancora più impervia da quella caduta in negozio che le procurò la frattura del femore e il rinvio di un mese del ciclo di chemioterapia. Problemi che non facevano altro che peggiorare il suo stato d’animo. “Ero arrabbiata, molto arrabbiata. Continuavo a ripetermi “perché proprio a me? Ho appena 29 anni”. Volevo un figlio e, invece, mi ritrovavo un tumore.
Poi, però, la rabbia è passata e ho iniziato a pensare a tante cose con prospettive diverse. Mi dicevo che se qualcosa capita è perché deve accadere e che se c’è una salita, poi arriva la discesa. Anche la fede mi ha aiutato molto. Sono sempre stata credente, ma inizialmente non in modo profondo. Addirittura all’inizio quando mi portavano dei santini in ospedale, io li strappavo”. I problemi nel corso degli anni non sono scomparsi del tutto, ma le cose sono cambiate. Decisamente. “Prima di ammalarmi mi avevano detto che ero sterile e mi era sparito il ciclo. Dopo le cure, però, le mestruazioni mi sono tornate”. E non solo. Perché a fine 2004 è avvenuto il miracolo. “Era il giorno di San Valentino del 2005 e iniziò a farmi male il seno. Pensavo che si trattasse delle mestruazioni. Poi sono andata da mia sorella per chiederle se aveva un test di gravidanza e ho scoperto di aspettare Emma. Ero al settimo cielo e ho subito pensato che fosse un dono di Dio. Oggi è cambiato tutto: prima davo molto valore ai soldi, oggi alle relazioni umane, prima soffrivo di complessi d’inferiorità che, poi, si sono trasformati in grinta e sensibilità. Sconfiggere il tumore non è facile, ma ce la si può fare: bisogna crederci. E gli altri ti devono stare accanto. Molte volte basta una telefonata e una domanda, “come stai?”.
Il post originale si legge qui
E’ prorprio così….mi ritrovo molto nelle tue parole….io sono Marina e ho 31 anni, sono felicemente sposata con un ragazzo straordinario ed abbiamo una stupenda bambina di 3 anni Giulia. Sarebbe rientrato nei nostri progetti regalarle una sorellina o un fratellino e proprio x questo a gennaio 2011 sono andata a fare il mio consueto controllo dal ginecologo che xò invece di dirmi OK puoi affrontare tranquillamente un’altra gravidanza mi ha detto STOP devi fare un ago-aspirato al seno xkè hai un nodulo che non mi piace….vi risparmio tutto quello che ho fatto nei mesi successivi, ma vi dico che non ho mai perso il sorriso e che senza di quello non so se sarei stata capace di affrontare questo piccolo incidente di pecorso….ora cmq sto facendo la chemio, ho una bella testa pelata ( che non mi sta poi così male!!!!)e se Dio vorrà tra un mesetto circa finirò i cicli di terapia…però poi dovrò fare la radio e poi spero di poter riprendere in mano la mia vita e la normalità che vivevo prima di questa brutta avventura….(non mi piace chiamarla malattia…sembra come se gliela volessi dare vinta!!!). La forza maggiore credo che mi sia arrivata da mia figlia e dalla mia famiglia…senza di loro non so se sarei così forte da ritrovarmi a dare coraggio a chi si rattrista vedendomi con la bandana o con il viso un po’ più pallido del solito!!!
un saluto a tutti a presto
HAI RAGIONE SISSI……CAMBIA TUTTO!!! RISCOPRIAMO IN NOI , UNA GRINTA, CHE NON PENSAVAMO DI POSSEDERE!!! UNA FORZA DI VOLONTA’ INESAURIBILE, CHE STUPISCE PIACEVOLMENTE NOI STESSE , ED ANCHE CHI CI VIVE VICINO. QUESTA BLOGTERAPIA POI, E’ COME UNA TRASFUSIONE DI CORAGGIO, UNA VITAMINA PER L’ANIMA…….E’ COSI’ FONDAMENTALE, SCAMBIARSI LE PROPRIE SENSAZIONI, CONFRONTARE LE NOSTRE STORIE, INFONDERCI CORAGGIO A VICENDA!!!! NESSUNO PUO’ CAPIRE, COME CHI HA GIA’ VISSUTO QUALCOSA DI SIMILE SULLA PROPRIA PELLE!! EH…GIA’! L’INCONTRO COL SIGNOR CANCRO, OSPITE INATTESO, INDESIDERATO……E’ VERAMENTE UNA SPECIE DI TORNADO, CHE SPAZZA VIA TUTTE LE APPARENTI SICUREZZE, E SCONVOLGE L’EQUILIBRIO DI TUTTA LA FAMIGLIA,
PER LASCIARE, DOPO LO SGOMENTO INIZIALE,UNA NUOVA CONSAPEVOLEZZA E FORZA D’ANIMO, CHE CI SPINGE A GUARDARE TUTTO CON NUOVI OCCHI, AD APPREZZARE ANCOR PIU’ ,L’ESSERE VIVI!!!! UN ABBRACCIO DA ARCOBALENO
mi consola sentire che non sono l’unica giovane a dover combattere… ho 30 anni e da un anno e mezzo sto combattendo. preferirei mille volte fare le ecografie per una creatura che cresce dentro di me, invece serve a controllare il colon e il fegato, che mi hanno tirato qualche scherzo e sottoposto a due interventi e 6 mesi di chemio. ma nonostante tutto ce l’avrò vinta io e fa bene condividere con persone che hanno vissuto la stessa esperienza. per quanto un famigliare ti sta vicino, non potrà mai capire cosa si prova ad affrontare tutto questo, sia fisicamente che psicologicamente.
un abbraccio
:I I’m so sorry.. che brutto sito !! Sembra di essere al muro del pianto!! Tutte a raccontare la loro,come a dire:=io sono quella che ha sofferto di più,eppure guarda come sono brava! Lo stesso ambiente che trovi nelle sale d’attesa prima della radio o delle visite di controllo..ehhh oltrettutto,quando date consigli per l’alimentazione,almeno informatevi,ho letto certe cavolate!!Anyway 🙂 ognuno è libero di dire ciò che vuole,ma c’è un limite a tutto! Non dimentichiamo che molte persone sono facilmente condizionabili… :*
Dipende da dove posi gli occhi, Iliana. Io tra i tantissimi commenti ho letto anche molte parole di speranza, testimonianze di coraggio e forza, spinte in avanti di chi è guarito e desidera comunicarlo. Io in sala d’attesa per fare la radio ho conosciuto anche persone molto positive, durante la chemio mi sono fatta le risate tra le più belle che io ricordi, dipende da cosa guardi e come lo guardi. Anche in un testo scritto. Poi è logico, se pubblicamente vogliamo far finta che il cancro sia un raffreddore e che il fastidio più grosso in realtà sia il naso che cola facciamolo pure… Ma è la mia opinione.